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20.12.06

Italian (IT)   Voeux des LMC d'Italie  -  Categories: documents, Père Sebastien  -  @ 16:41:37

Carissimi MLC,
desidero far giungere a ognuno di voi il mio augurio di Buon Natale e felice Anno Nuovo.
Voglio condividere con ciascuno di voi la gioia del grande dono che Gesù ha fatto al gruppo di Catania nel vedere fiorire tante giovani chiamate ad iniziare il cammino di formazione di MLC.
Sono 12 giovani che attraverso il servizio ai poveri tra i più poveri sono alla ricerca continua dell’amore di Dio. Infatti frequentano assiduamente gli incontri quindicinali e quello mensile tenuto dal padre spirituale.
Anche a Vittoria (Ragusa) ove mi sono recato per ben tre volte, 12 persone stanno iniziando il cammino di formazione, grazie anche all’impegno profuso dalla superiora della casa Sr. Grazia.
Ho avuto anche un colloquio con il padre spirituale assegnato dalla curia di Ragusa.
Il giorno 9 u.s. ci siamo recati a Reggio Calabria con un gruppo di 10 persone per condividere la gioia del rinnovo dei voti dei MLC. Ho avuto anche un breve colloquio con padre Antonio.
L’ho pregato di inviarmi con sollecitudine degli stimoli per approfondire meglio il nostro essere MLC nel nostro vivere quotidiano.
A tutt’ora non ho ricevuto nessun riscontro.
Ho intenzione di fare “un giro” assieme ad Adolfo nelle varie sedi dei MLC per conoscere esattamente quale sia la situazione in Italia, allo scopo di conoscerci meglio, di comprenderci meglio, di sentirci più una famiglia fortemente unita.
Che il Signore possa nascere ogni giorno nel cuore di ciascuno di noi, in modo da renderci capaci di portare, come Missionari il suo tenero amore ai membri della nostra famiglia, al nostro prossimo, ai poveri tra i più poveri.
Il Missionario è colui che prega.
Il Missionario è colui che testimonia.
Il Missionario è colui che ama.
Fraternamente vi abbraccio tutti
Pippo MLC

N.B. Sono sempre disponibile a sentirvi anche telefonicamente 095/447954 cell. 339-3452875

Solennità di Cristo Re dell’Universo 2006
La pace comincia con un sorriso” (Beata Teresa di Calcutta).
Ti ringrazio, Signore, per questo tempo trascorso con i Fratelli a Deepashram e con i MLC a Pune, in India, durante il loro primo ritiro nazionale, dal 16 al 19 novembre 2006.
Ancora una volta ho avuto la grazia di essere totalmente immersa per 21 giorni nella cultura indiana, con la generosa ospitalità, la gentilezza, il rispetto, il bastare a se stessi, l’apprezzamento per le piccole cose, l’amore e la premura per gli altri che la caratterizzano. Penso che Gesù sarebbe stato contento di vivere in India, lui che era mite e umile di cuore, umile e dolce di cuore.
La Comunità dei Fratelli. Sono stata contenta di vedere che i Fratelli che avevo conosciuto lo scorso febbraio avevano perseverato sulla via della santità nella congregazione dei Fratelli Contemplativi. Alcuni avevano fatto un passo avanti ed erano ora postulanti o aspiranti. Avevano migliorato la conoscenza dell’inglese e parlavano e leggevano correttamente. Ho visto anche molti nuovi candidati, dai volti splendenti e sorridenti. Tutti mi hanno accolto come una di loro e mi è sembrato di conoscerli da lunghissimo tempo.
Oltre la vita di preghiera, l’opera con i ragazzi e l’apostolato nelle zone vicine, i Fratelli svolgono molte altre attività. Seguono dei corsi d’inglese nelle scuole locali e delle lezioni sull’uso del computer all’interno dell’Istituto. Ogni sabato si recano in una scuola statale di Delhi per verificare e aggiornare gli studi, consapevoli che tutte le attività, rafforzate dalla preghiera, sono solo strumenti per testimoniare con la propria vita.
La professione perpetua. Tutta la Comunità era in gran fervore nei preparativi per la professione perpetua di cinque Fratelli della Comunità che, dopo un ritiro di un mese in Terra Santa, si accingevano a pronunciare i voti perpetui. Tutti si davano da fare per preparare la liturgia della Messa, i canti, le decorazioni della chiesa parrocchiale, la rappresentazione teatrale al termine della celebrazione e la cena per tutti i partecipanti e gli ospiti.
Tutto parlava dell’importanza della celebrazione. L’arcivescovo di Delhi, che conosce i Fratelli Contemplativi fin dal loro inizio, era il celebrante principale, al quale facevano corona circa quindici sacerdoti. Le sue parole, prima di raccomandare i nuovi professi a Dio, sono state che tutti sono chiamati ad essere missionari della carità, vale a dire portatori dell’amore di Dio al mondo che li circonda. Tutti rendevano gloria a Dio, insieme ai Fratelli, come familiari, come MLC, come benefattori, ragazzi e aiutanti, perché tutti condividevano il carisma dei Missionari della Carità. Erano presenti i ragazzi, i familiari, suore e religiosi, infermiere e medici. Veramente la Comunità di Deepashram è diventata un faro luminoso in Gurgaon e nelle zone circostanti.

I ragazzi. A Deepashram ci sono ora 65 ragazzi orfani e disabili fisici e/o mentali, sotto la direzione e la cura di Fratel John Marie M.C., che è per loro un sacerdote, un padre, un medico e un amico. Altri sette ragazzi vivono ad Anandashram, sotto la guida di Fratel George M.C. e di due novizi che abitano con i ragazzi. Fratel Matteo M.C., Fratello e sacerdote, celebra la Messa per loro. Purtroppo non sono riuscita ad andare a trovarli, ma sono sicura che stanno bene e sono contenti.
La mattina, un gruppo di ragazzi segue le attività sotto la guida del maestro, Raman Rajnish, che insegna loro a scrivere, a disegnare, a comporre biglietti di auguri, a dipingere oggetti di terracotta, a fare candele. Un secondo gruppo segue la fisioterapia del dott. Manoj Thomas, un fisioterapista mandato dal “Spinal Injury Hospital” di Delhi, associato all’ospedale S. Raffaele di Milano. Le lezioni continuano nel pomeriggio, dalle 15 alle 17. I ragazzi sono così aiutati nello sviluppo delle loro capacità, a migliorare la conoscenza e ad apprendere qualche lavoro manuale; tutto ciò li rende felici. I ragazzi che non sono in grado di seguire le lezioni rimangono nella sala di ricreazione, costruita all’aperto, dove possono guardare la televisione, muoversi e correre a loro agio, controllati dai lavoranti e a turno dai Fratelli.
Con l’aiuto e l’esempio dei Fratelli, i ragazzi hanno imparato a vivere come famiglia. Sebbene disabili, aiutano a pulire il giardino, a spingere le carrozzelle dei più disabili, a servire a tavola, a riordinare il refettorio dopo i pasti, e questo li fa sentire utili e autosufficienti. Anche se ritardati, vedono le necessità degli altri, capiscono e si fanno intendere, mostrando persino che cosa e come fare. La capacità di accettare le loro lesioni, di sorridere e di aiutare i più bisognosi è incredibile. C’è solo da imparare e da ringraziare Dio per l'amore misericordioso e la tenerezza per ciascuno di noi, perché non abbiamo merito per ciò che siamo e ciò che abbiamo. E’ solo grazie al suo amore che abbiamo ricevuto tutto ciò che abbiamo e che ci fa felici. Il nostro dovere è semplicemente di vigilare attentamente, profittando del tempo presente.
Vivere con i ragazzi a Deepashram non è uno scherzo, ma una sfida. Per me è sempre una forte esperienza umana e spirituale. Un giorno mi sono resa conto dei tanti peccati di omissione: “Perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima e la tenda d’argilla grava la mente dai molti pensieri” (Sap 9, 15). E’ molto facile passare oltre un ragazzo, perché voglio fare o andare come e dove desidero, o perché mi è difficile guardare un altro. S. Paolo dice: “Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io farlo, ma il peccato che abita in me” (Rom 7: 20). Allora, invece di scoraggiarmi, ho deciso di non perdere nessun’occasione per amare e servire. Ciò che prima era una scusa, diventava un’occasione: ho osservato il tempo libero dei ragazzi per dedicarmi a loro, sono andata a trovare un ragazzo allettato che era solo, ne ho cercato un altro verso il quale mi sentito meno attratta, etc.

Il Ritiro Nazionale dei MLC a Pune, in India.

La sera del 14 novembre u.s., con P. Sebastian M.C. e altri quattro Fratelli M.C. della Comunità di Deepashram, siamo partiti per Pune, il luogo del ritiro. La mattina del 15 Novembre, dopo la S. Messa, abbiamo appreso la triste notizia che il figlio di Josephine Baptist, una MLC di Ranchi, aveva avuto un grave incidente e che era ricoverato in cura intensiva per un’emorragia cerebrale, in un ospedale di Delhi. Mi sono unita al gruppo che andava a trovarla. Avevo conosciuto Josephine durante il Capitolo Generale dei MLC, nel 2002, e al tempo della beatificazione di Madre Teresa. Ho così potuto condividere il suo dolore e assicurarla delle mie preghiere. Pregate per il figlio, che si chiama Deepak.
All’arrivo a Pune siamo state accolti dalle Suore M.C., prima all’aeroporto e poi nella loro casa. Gestiscono un alloggio per 120 donne di ogni età e per 10 bambini affetti da AIDS.
Con grande difficoltà hanno convinto le donne ad alloggiare in un’altra parte della casa, per avere la disponibilità di accogliere i partecipanti al ritiro. Le Suore M.C. si sono prese interamente carico del trasporto dei pellegrini, sia all’arrivo sia alla partenza, dei pasti, del servizio, etc. Dicevano che era semplicemente un’occasione per ringraziare i MLC di tutto quello che fanno per i poveri in India. Ringraziamo di cuore le Suore M.C. delle tre Comunità di Pune, per le premure e la cura per ciascuno di noi.
Il tema del ritiro era: “Vieni, sii la mia luce”. C’erano 130 partecipanti, provenienti da 10 Stati e quattro sacerdoti, inclusi P. Sebastian M.C., Fondatore e Direttore spirituale internazionale del Movimento, e P. Gorge V. Vadakkel, Direttore spirituale nazionale dei MLC in India, che si sono alternati nel celebrare la S. Messa, nel condurre la preghiera e nell’esporre le meditazioni.
La S. Messa d’apertura è stata molto solenne, i canti celestiali in lingue diverse, perché ogni Stato in India ha la propria lingua, mentre le lingue nazionali sono l’inglese e l’indi. Dopo la Messa c’è stato un caloroso benvenuto, introdotto dal canto del “Veni Creator” e dall’accensione della lampada. Ogni cosa riportava alla Beata Teresa di Calcutta: la S. Messa è stata quella della sua Beatificazione; dopo la S. Messa, una breve rappresentazione sull’ispirazione e su alcuni episodi della sua vita, dalla donna raccolta dalla strada che morì con il sorriso sulle labbra, all’anziano australiano, che tenne accesa la vecchia lampada di casa, dopo che Madre Teresa e le sue Suore si erano recate da lui e avevano pulito la sua casa.
Il tema principale del ritiro era: “Il modo di vita e i voti del MLC alla luce dello Spirito e del Carisma della Famiglia dei M.C.”.

Zaccheo. L’incontro di Zaccheo con Gesù (Lc 19) portò alla sua conversione. Il nostro incontro con Gesù nella preghiera deve portarci alla conversione del cuore.
Zaccheo aveva un forte desiderio di vedere Gesù; quella stessa sete che Dio mise nel cuore dell’uomo, quando lo creò. Zaccheo era un esattore delle tasse e forse aveva saputo di Gesù da Matteo, che era pure un esattore delle tasse. Voleva semplicemente vedere Gesù, ma era piccolo di statura ed era circondato dalla folla. Trovò la soluzione al suo problema salendo sul sicomoro. Gesù vide il suo grande desiderio e lo ricompensò cento volte tanto. Lo chiamò per nome e gli disse che quel giorno sarebbe andato a casa sua. Dio creò l’uomo a sua immagine (Gen 1, 27). Dio non aveva bisogno dell’uomo, ma lo creò perché aveva sete dell’uomo, per riversare su di lui il suo amore, ed instillò in lui la sete di Dio, il desiderio di Dio, quello stesso desiderio che aveva Zaccheo.

La preghiera.

“La preghiera è l’incontro della sete di Dio con la nostra sete” (CCC 2560). Gesù disse alla Samaritana: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: ‘Dammi da bere’… (Gv 4, 10), e instillò in lei la sete di Dio, dell’acqua viva. Quando c’è questo incontro c’è pace, c’è gioia, c’è il paradiso, c’è Dio. Quando Zaccheo incontrò Gesù, fu pieno di gioia. Si ricordò dei poveri. Pensiamo quali sono i poveri intorno a noi, in famiglia, al lavoro, nell’apostolato, tra gli amici. Non lasciamo che nessuno se ne vada senza essere stato amato. Ringraziamo Dio per l’incredibile dono della sete di Dio e dei poveri.
Partecipare ad un ritiro vuol dire restaurare tutte le cose in Cristo, considerare le occasioni perse e, invece di essere scoraggiati, ripartire con dei propositi da vivere con le persone che ci stanno accanto. Da parte mia, il proposito di accettare in me le cose che non posso cambiare, di avere il coraggio di cambiare quello che posso: quando mi sento ferita o tentata di ribattere, devo pensare una volta di più, prima di parlare o rispondere.
Vita consacrata e significato dei voti.
“Lodevoli sono alcuni coniugi cristiani che, nell’intento di portare alla perfezione della carità il loro amore, confermano con un voto il dovere della castità propria della vita coniugale e, senza trascurare i loro doveri verso i figli, professano la povertà e l’obbedienza” (Vita Consecrata, Giovanni Paolo II, 62). Significa che non c’è amore perfetto senza sofferenza: “Togli la Croce dalla tua vita e tutto crolla” (cfr. Card. Newman).
L’amore entra in noi con la preghiera ed esce da noi attraverso la carità” (P. Sebastian M.C.).

I voti.
I voti sono una promessa fatta a Dio, deliberata e libera, per qualcosa di migliore e possibile, che deve essere adempiuto (cfr Codice di Diritto Canonico, 1191, 1).
Non sono una formula da leggere, ma una vita da vivere seriamente, perché siamo stati chiamati da Dio e ci siamo impegnati con una promessa: per l’onore e la gloria di Dio”, come legge la formula dei voti dei MLC. I voti riparano il peccato commesso da Adamo e Eva:
Il voto di obbedienza ripara il peccato di orgoglio, perché l’uomo voleva e ancora vuole essere padrone della propria vita. Come MLC, obbediamo all’impegno preso con il gruppo, con il responsabile del gruppo, con l’apostolato in famiglia e fuori…
Il voto di castità ripara la perdita di controllo dei sensi, in famiglia, con i figli. La castità non si riferisce solo alla castità coniugale, ma implica anche la purezza di cuore, vedendo Dio in ogni cosa e in ogni persona.
Il voto di povertà ripara la seduzione delle apparenze, dei beni terreni, perché quando nel nostro cuore non c’è Dio, cerchiamo di riempirlo con le cose del mondo.
Dopo due giorni di silenzio, di preghiera e di meditazione, i due giorni seguenti sono stati dedicati ai problemi pratici. Ci sono stati gruppi di lavoro sulla formazione e sulle attività dei gruppi. Particolarmente interessanti sono state le relazioni dei gruppi di Darjeeling e di Pondicherry.
Il gruppo di Darjeeling ebbe inizio il 26 agosto 2001, nel giorno del compleanno di Madre Teresa. Ora conta 22 MLC professi e tre persone in formazione. Ogni secondo sabato del mese, il gruppo s’incontra in una delle famiglie dei MLC per la recita della Coroncina della Misericordia e per studiare lo Statuto. Ogni quarto sabato del mese, i MLC hanno un giorno di ritiro dalle 9.00 alle 13.00, con la Santa Messa.
Il gruppo di Pondicherry iniziò nel 2005 e conta ora 15 membri. Oltre alle molte attività di preghiera e di carità, su richiesta della Chiesa locale, sono impegnati nel catechismo dei bambini, nella preparazione delle coppie al matrimonio, nella rettifica di matrimoni, e hanno già riportato 40 coppie all’interno della Chiesa.

Domenica 19 novembre u.s. abbiamo celebrato la festa della Santa Famiglia. Abbiamo avuto la grazia di avere come celebrante principale il Vicario Generale della diocesi di Pune, che ha spiegato come vivere una sana vita familiare. Riferendosi agli angeli che “Gesù manderà per riunire i suoi eletti dai quattro venti” (cfr. Mc 13, 27) ha affermato che i MLC sono gli angeli mandati per salvare le famiglie, perché possono parlare e agire con l’autorità che viene loro dalla vita vissuta.
In conclusione, vorrei dire che la presenza ai Ritiri Nazionali di qualsiasi Paese è molto importante e frutto di amore e di sacrifici. Vorrei raccomandare a tutti di fare il possibile, risparmiando e chiedendo i dovuti permessi dal lavoro, per essere presenti ai prossimi Ritiri nazionali, in India o altrove. Le date verranno comunicate in tempo.
Con affetto e preghiere.
Gianna Lmcc

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